Vi siete mai chiesti cosa rende un genitore tale? E’ sufficiente generare un figlio per essere definito genitore? E chi non genera il proprio figlio, allora non è un genitore?
Io mi sono fatta queste ed altre domande ed in parte ho trovato risposta in quelle che sono definite, al momento, le funzioni della genitorialità.
Ad oggi sono state messe in evidenza ben 12 funzioni genitoriali. Vediamole insieme e capiamone in sintesi, il senso di ogni singola funzione.
1 – Funzione protettiva
Tale funzione incarnata dal genitore, risponde maggiormente al bisogno di un figlio di sentirsi accudito, protetto e al sicuro, anche in termini fisici. Per soddisfare questa funzione sono necessari alcuni requisiti fondamentali come, la presenza all’interno della stessa casa; la possibilità che il bambino veda ed osservi questa presenza; che questa presenza sia a conti fatti un facilitatore tra il bambino e il suo ambiente; che questa presenza abbia interazione con il bambino. La funzione protettiva agita all’interno della relazione genitore-figlio, permette a quest’ultimo di individuare e consolidare la sua “figura di attaccamento” e di consolidare in sé la “base sicura” alla quale fare ritorno ogni qual volta ne sentirà il bisogno.
2 – Funzione affettiva
E’ quella funzione che rende un genitore capace di sintonizzarsi sui sentimenti del figlio per comprenderne l’intensità e il vissuto, restando comunque fedele alla propria capacità espressiva di adulto. Inoltre questa funzione induce sia il genitore che il figlio a cercare momenti di condivisione nei quali vivere esperienze piacevoli, così da creare emozioni positive.
3 – Funzione regolativa
E’ quella funzione trasmessa al proprio figlio, che permette a quest’ultimo, di “regolare” i propri stati emotivi e rispondere all’ambiente circostante, nella maniera più appropriata al contesto. Questa capacità è a conti fatti innata nel bambino, il quale però subendo l’influenza del genitore, rischia di distorcere questa capacità “ipo”, “iper” o “inappropriata”.
4 – Funzione normativa
E’ quella funzione che fornisce al bambino un perimetro ed un confine entro il quale agire. E’ la capacità di dare dei limiti e di riceverli, affinché possa esserci un atteggiamento coerente alla propria età ed all’ambiente. E’ il preludio dei propri diritti e dei propri doveri, sia come figlio che come futuro adulto. Trattasi una funzione molto importante che allena il bambino ad un contesto sociale oltre che familiare e del suo ruolo all’interno di ciascun contesto.
5 – Funzione predittiva
E’ la capacità del genitore di “predire” la successiva tappa evolutiva del figlio. Questa funzione ha in essere anche la capacità di modificare i propri comportamenti al fine di poter essere maggiormente di accompagnamento a tale sviluppo. Richiede una certa elasticità e resilienza, affinché si possa restare in assetto sinergico rispetto alla crescita del proprio figlio.
6 – Funzione rappresentativa
E’ quella capacità genitoriale di rappresentare il bambino, quindi avere una “immagine” di lui/lei, in relazione alla sua crescita ed alla sua personale evoluzione. Questo permette di introdurre delle novità che vadano a stimolare ulteriormente i nuovi germogli della sua crescita. E’ importante notare che esiste un confine molto sottile tra come i genitori rappresentano a se stessi il figlio e come il figlio rappresenta se stesso. Quindi sta ai genitori prestare attenzione ai primi timidi segnali di un cambiamento e da lì cogliere “la palla al balzo”.
7 – Funzione significante
E’ quella funzione che rimanda al neonato un “significato” degli eventi esterni, così da nutrire il suo sistema psico-percettivo, in quanto al momento poco stimolato autonomamente. Attraverso la risposta del genitore (particolarmente della madre), il bambino avvia un processo di comprensione dei suoi stessi bisogni alla quale la madre risponde.
8 – Funzione fantasmatica
E’ quella funzione genitoriale che attiva in maniera quasi implicita e involontaria i propri “fantasmi”, quelli dimenticati o non riconosciuti, che siano essi consci o inconsci. Sono il frutto di quello che erano da bambini, come si vedevano e come erano visti. Come avrebbero voluto essere e come i propri genitori avrebbero voluto che essi fossero. E’ una sorta di dimensione parallela che si apre e che poi si richiude nel tempo, man mano che il bambino cresce e sviluppa una sua peculiare identità.
9 – Funzione proiettiva
E’ quella funzione che contraddistingue in alcuni casi l’aspetto più narcisistico dell’essere genitori. E’ quella tendenza a proiettare sul figlio aspettative o pretese, più in sintonia con se stessi che con l’individualità del figlio. Se portato a livelli eccessivi induce a rapporti patologici e a disfunzioni sul riconoscimento di se. Questa funzione dovrebbe essere un continuo “work in progress” affinché ci si possa sempre più allontanare da una relazione che ha per “oggetto” il figlio e le “proiezioni” su di lui riversate, ad una relazione fra due soggetti, dove ognuno dei due proietta nella propria coscienza il mondo che desidera. Questo transito da relazione-oggetto a relazione-soggetto, permette lo sviluppo di una sana autonomia e unicità della prole.
10 – Funzione triadica
E’ la funzione che esprime la “capacità dei genitori di avere tra loro un’alleanza cooperativa fatta di sostegno reciproco, capacità di lasciare spazio all’altro o di entrare in una relazione empatica con il partner e con il bambino”. Questa funzione genitoriale include un terzo elemento nella squadra, un elemento che risulta essere parte attiva e che stimola e dinamizza la relazione di coppia.
11 – Funzione differenziale
E’ quella capacità genitoriale di alternare all’occorrenza sia la modalità materna che la modalità paterna. Queste due modalità ed energie sono slegate dal genere sessuale di appartenenza o dal proprio orientamento sessuale. Sono aspetti genitoriali che l’individuo adulto divenuto genitore possiede in sé ed esprime in misura più o meno marcata in relazione alla situazione nella quale si trova. La cosa rilevante in merito alla funzione differenziale è che entrambe le funzioni devono essere presenti e fruibili per il figlio. L’alternanza e l’opportuna fruizione di queste energie creano delle relazioni sane all’interno della famiglia. Nello specifico l’energia materna tende a creare un rapporto dualistico con il figlio, mentre l’energia paterna, oltre a proteggere questo “duetto” dall’esterno, si inserisce creando la triade relazionale, così da “interrompere” in maniera funzionale il continuo contatto nella diade precedente.
12 – Funzione trans-generazionale:
E’ la funzione che immette il figlio all’interno di una “storia” familiare, fatta di racconti e ricordi. E’ un passaggio del testimone di eredità più o meno consapevoli. E’ quel passaggio di consegna che investe il nuovo arrivato, di portare avanti quella storia e scrivere il pezzo che a lui spetta.
A ben vedere ancora una volta quello che riassume queste 12 funzioni genitoriali è la capacità di accogliere, di riconoscere, di rispettare e di prendersi cura di qualcuno che è “altro da noi”, per quanto sia composto con un terzo del nostro patrimonio genetico.
Queste 12 funzioni, danno indubbiamente delle linee guida nelle quali potersi riconoscere o dalle quali poter prendere spunto, per quanto l’essere genitori, sia a conti fatti un esperienza molto più complessa e dinamica, di quanto al momento si sia riusciti a spiegare.
Il mio augurio, è che sempre più genitori possano aprirsi ad una dimensione affettiva e di responsabilità matura, prima di tutto verso se stessi e poi verso un’altra Creatura.